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Io speriamo che… mi arruolo!

fiorineicannoniUna delle cose che mi capita di sentire più spesso da chi ha partecipato alle selezioni per il Servizio di leva o a quelle per arruolarsi in altri corpi e, ancor più da chi intende farlo, è che una delle tappe più temute è quella della somministrazione del test noto come “Minnesota”. In genere, il tutto è corredato da aneddoti di persone di propria conoscenza scartate per aver risposto in maniera sbagliata agli item: “Ti piacciono i fiori?” e “Vorresti fare il fioraio?”. In genere, dopo un primo momento di ilarità, cerco di rassicurare il mio interlocutore spiegandogli che non si viene “scartati” per così poco, che il Minnesota non è un test che nasconde dei tranelli e che basta rispondere con sincerità e serenità.

Ieri sera, guardando “Le Invasioni Barbariche” programma condotto da Daria Bignardi sono, però, saltata dal divano nel sentirle snobbare il Minnesota come un test usato per le selezioni della Naja per capire se un ragazzo fosse eterosessuale o avesse delle particolari sensibilità definendo il test “Un po’ una pazzia”.

Consapevole (poco) della banalizzazione, credo che Daria Bignardi ieri abbia fatto un brutto servizio alla serietà del Minnesota. Allora ecco alcune piccole informazioni che secondo me dovrebbero passare in maniera chiara su questo test.

Intanto, sinteticamente e comunemente con “Minnesota” si indica il Minnesota Multiphasic Personality Inventory, un test sviluppato negli anni ’30 da Starke R. Hathaway e Charnley McKinley presso l’Università del minnesota. e, successivamente, rivisto a causa dei cambiamenti culturali che il trascorrere del tempo comporta.

La versione attualmente in uso dell’M.M.P.I.-2 comprende 567 item e si compone di 6 scale di validità (per accertare l’accuratezza e la sincerità delle risposte), 10 scale di base (che servono ad identificare dimensioni psicopatologiche della personalità), 12 scale supplementari (che servono a raccogliere informazioni su alcune particolari condizioni del soggetto, come ad esempio abuso di alcool e stupefacenti) e 15 scale di contenuto che consentono di identificare alcune problematiche lamentate dal soggetto.

In buona sostanza, l’M.M.P.I. consente sia di identificare una psicopatologia sia di individuare i tratti di personalità di chi si sottopone al test.

Come tutti gli strumenti diagnostici, chiaramente, va calato in un contesto e utilizzato in concerto con altre informazioni sul soggetto.

Forse con queste informazioni è più chiaro perché prima di arruolare qualcuno sia importante un’attenta valutazione del candidato, innanzitutto per la sua tutela ma anche a garanzia del corpo nel quale sarà arruolato e dei suoi colleghi.

Poi se all’aspirante militare piacciono anche i fiori, ben venga. Sperando che prima o poi ci siano solo quelli nei cannoni…

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